AVEZZANO, ANCORA UNA TRUFFA AI DANNI DI UNA PENSIONATA
Pubblicato da Anna Maria Baiamonte in Psicologia · Martedì 20 Mar 2018 · 2:30
Tags: Anna, Maria, Belmonte, Liliana, Barbus, truffa
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La telefonata da parte di un presunto nipote e la consegna di un pacco vuoto. La psicologa: «non colpevolizzatevi»
Avezzano – Attenzione, i truffatori sanno essere molto convincenti, conoscere qualche fatto personale (indirizzo, nomi di parenti) e imitare la voce di vostri congiunti. E come Cappuccetto Rosso al lupo mai fornire informazioni, e soprattutto mai consegnare denaro o oggetti di valore.
La dinamica è ormai nota, ma purtroppo ancora non basta a tutelare le vittime, per lo più scelte tra le categorie più “deboli” come donne o anziani, che vengono presi alla sprovvista nel cuore degli affetti più cari.
Questa volta è toccato a un’avezzanese di 82 anni residente nella zona nota come “Caruscino”: la donna ha ricevuto verso mezzogiorno e mezza una telefonata presso la propria utenza fissa da una persona che si è spacciata per il nipote che studia fuori città, il quale le avrebbe chiesto di pagare con denaro o preziosi alla consegna di un pacco che avrebbe contenuto un regalo per la nuora della signora.
Il finto corriere si presenta dopo pochi minuti, «un ragazzo di corporatura robusta, alto circa 1,75 metri, capelli neri, occhi scuri e un po’ di barba sul mento», come si legge nella denuncia/querela presentata presso la Guardia di Finanza, Compagnia di Avezzano, il giorno dopo il fatto, successo qualche giorno fa. Il malvivente si è quindi fatto consegnare una somma in denaro pari a 600 euro oltre ad anelli, catenine, bracciali ecc.
La donna ha affermato di non essersi accorta, sul momento, delle stranezze e incongruenze della vicenda come la voce al telefono contraffatta, anche se simile.
Le vittime di truffa possono infatti perdere fiducia in se stesse e perdere l’autostima, con conseguenze anche pesanti dal punto di vista psicologico: la più seria è «sviluppare un disturbo post traumatico da stress con attacchi di panico o tachicardia, che va trattato con sedute di psicoterapia. Altrimenti basta un buon sostegno famigliare: non lasciare mai queste persone sole, soprattutto nei giorni immediatamente seguenti l’accaduto, accompagnarle nelle faccende quotidiane come fare la spesa, andare alla posta», spiega la dottoressa Liliana Barbus, psicologa e psicoterapeuta che esercita a Tagliacozzo e a Roma e che nei prossimi giorni presenzierà a un evento gratuito presso la sala consiliare proprio sull’autodifesa. «Aiutare queste persone a elaborare l’evento, senza colpevolizzarsi: questa signora è stata molto coraggiosa a esporsi perché bisogna raccontare, non c’è niente di cui vergognarsi». Una buona informazione e molta cautela infine possono servire a evitare questi spiacevoli episodi. (A.M.B.)
Fonte: terremarsicane.it · 20 Marzo 2018
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