“AFFETTIVITÀ E AUTOREFERENZIALITÀ” COSA SIGNIFICA “VOLER BENE”?
Pubblicato da dott.ssa Liliana Barbus in Psicologia · Giovedì 14 Nov 2013 · 3:15
Tags: psicologia, salute, bellezza
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“Io e te, siamo diversi nel nostro mondo, insieme; rispetto a come saremmo, io e te, nei nostri altri infiniti mondi relazionali”.
Ad esempio: una moglie può essere tanto assertiva, dolce, complice del marito quanto direttiva, leader e caparbia, sul posto di lavoro o viceversa.
“In ogni caso io sono con te, in un modo che è indipendente da come sarei al di fuori della relazione con te.
Sono in un mondo unico, speciale, che si esprime soltanto nel legame che ho con te.”
Il legame, per l’appunto, è quel “mondo” creato dai due individui che partecipano alla relazione.
Gli studiosi affermano che un buon rapporto, una relazione felice, è il risultato di due componenti fondamentali: il legame e la passionalità.
La passione è la scintilla che innesca il processo di conoscenza profonda dell’altro. È il desiderio di volerlo scoprire, di possederlo. È la variabile emotiva che spicca nelle prime fasi del rapporto di conoscenza.
Il legame invece, è quella variabile che tende, nello sviluppo della relazione, ad incrementare.
Ecco il motivo per cui una neo coppia è assolutamente simile dal punto di vista del coinvolgimento reciproco in termini di passionalità, ma può non essere allineata sul concetto di legame:
“inizialmente lui non voleva una storia seria, io invece dal suo modo di fare, dai suoi atteggiamenti, per la sua serietà, l’avrei visto subito bene come padre dei miei figli…”
Nel fidanzamento si guarda soprattutto a ciò che ci rende simili l’uno all’altro; quasi non vogliamo vedere le differenze di sensibilità, valori, modi di esprimersi, come se avessimo paura che possano diventare un motivo per allontanarci.
Invece col tempo queste differenze emergono, perché ci sono, eccome! e non è giusto nasconderle; anzi, bisogna imparare a scoprirle come una ricchezza:
siamo una coppia (non un clone l’uno dell’altro), proprio perché siamo diversi!
Molti contrasti e molte difficoltà, al contrario, spesso vengono dal non riconoscere le diversità, e quindi dalla pretesa che l’altro sia identico a me: che pensi, senta, reagisca nello stesso modo. Esempio: pensiamo che l’altro abbia fame, sete, bisogno di dormire, di fare l’amore nello stesso, identico momento in cui abbiamo bisogno noi.
Uomo e donna non sono uguali. La differenza fra uomo e donna è alla radice dell’amore: è condizione della complementarietà, della ricchezza del dono reciproco. Queste differenze sono un tesoro da scoprire e valorizzare. Però vanno capite, anche in quanto possono creare equivoci che fanno soffrire molto ed inutilmente… e mandano anche i matrimoni in malora! Ecco due campi in cui le differenze sono marcate, ed hanno conseguenze importanti sulla vita di coppia:
1. l’importanza data alla famiglia e al lavoro professionale;
2. il modo di comunicare
Bisogna soprattutto imparare a comunicare, perché andare d’accordo ed essere felici nella vita di coppia non è mai questione di fortuna, ma sempre di cura, di un lavoro continuo, di molte attenzioni… che però non pesano, perché si fanno per amore.
La “riuscita” di un matrimonio non è questione di fortuna, di aver azzeccato la combinazione giusta, come siamo indotti a credere dalla TV. È frutto di molto impegno, molta intelligenza, molto cuore; non è magia (anche se è allo stesso modo, mistero, perché ci lavora dentro – insieme a noi – lo Spirito Santo).
Fonte: vivibene.org - 14 novembre 2013
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